La combinazione di indagini sismiche (48 ch) ed elettriche (64 el) per lo studio di aree in frana rappresenta uno dei migliori strumenti per esaminare in modo indiretto i terreni interessati da un movimento gravitativo. Nel caso specifico, le abbondanti nevicate seguite da un periodo di intense piogge avevano innescato un movimento franoso con un fronte di circa 200 m che interessava un’area in cava. Scopo principale dell’indagine era verificare andamento e profondità delle superfici di scorrimento principali e verificare le aree a maggior concentrazione di acqua.
La sismica a riflessione è una metodologia largamente utilizzata nell’esplorazione del sottosuolo per riconoscere l’assetto stratigrafico e strutturale dei corpi geologici: geometrie deposizionali, stratificazione, superfici di discordanza, faglie, sovrascorrimenti, etc.. Consente di effettuare una ricostruzione, molto fedele, delle porzioni sepolte della superficie terrestre e può essere applicata in qualsiasi ambiente, terrestre, marino e di transizione (fluviale, lacustre, deltizio).
Nella sismica a riflessione non viene misurato solo il tempo di primo arrivo dell’onda elastica ai singoli geofoni, ma viene effettuata una accurata analisi dei treni d’onda ricevuti, attraverso la quale si giunge a riconoscere i segnali provenienti dalle superfici di separazione di terreni caratterizzati da differenti velocità sismiche. In questo modo sarà possibile risalire non solo alla profondità delle diverse superfici incontrate, ma anche di stabilirne con esattezza la geometria, l’estensione e le reciproche relazioni tra i corpi che esse suddividono.
Per raggiungere questo scopo è ovviamente necessario uno stendimento con geometrie ben più complesse, dotato di numerose energizzazioni, numerosi geofoni, e l’utilizzo di apparecchiature di registrazione in grado di registrare con un elevato grado accuratezza i diversi segnali in arrivo. I segnali registrati, inoltre, richiedono una fase di processing, attraverso la quale i singoli arrivi vengono elaborati, amplificati, sommati, filtrati, migrati in modo da eliminare ogni eventuale disturbo sia esso organizzato (come gli arrivi delle onde dirette in superficie) che aleatorio quale, ad esempio, i disturbi ambientali: passaggi di navi o di mezzi pesanti, rumori di motori, vicinanza a centri abitati. Il risultato finale sarà un elaborato grafico denominato “sezione sismica”, nella quale viene evidenziato l’andamento delle superfici di riflessione provenienti dal sottosuolo (che costituiranno un insieme di riflettori sismici) che segnaleranno la presenza delle varie discontinuità incontrate (strati, contatti litologici, contatti tettonici).
L’indagine si basa sulla misura dei tempi di percorso dalla stazione energizzante ad una successione di stazioni riceventi (“geofoni”), attraverso la quale è possibile dedurre le velocità e gli spessori degli orizzonti in cui si propagano le onde elastiche generate. Ottenendo informazioni sulla natura e la struttura del sottosuolo, per profondità che variano da pochi metri fino a varie decine di metri. La strumentazione necessaria è costituita da un stazione di registrazione, il “sismografo” e da una serie di geofoni che vengono equispaziati lungo uno “stendimento sismico”.
Il sismografo registra l’attimo in cui viene generata la perturbazione elastica ed i tempi di arrivo delle onde a ciascun geofono. Il “sismogramma” generato illustra la registrazione completa del segnale ricevuto ed amplificato da ciascun geofono. Le sorgenti di energia possono essere costituite da cariche esplosive, cannoncino sismico, caduta di un grave, mazza 5-10 kg e vibratore.
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